Introduzione alla filosofia

Il corpus teorico-filosofico del Việt Võ Đạo si basa su una visone del mondo tipica della filosofia orientale i cui cardini centrali sono:

- la polarità am duong e il concetto di Dao; 
- la dimensione olistica; 
- l’interazione tra macrocosmo e microcosmo; 
- la teoria dei flussi energetici e il concetto di Khi; 
- l’evoluzione continua degli esseri viventi;
- la ripetizione di cicli di cambiamento ricorrenti.
Essere coscienti di questi principi filosofici permette al praticante di percorrere un cammino che non è solo tecnico, ma anche conoscitivo e spirituale per giungere a trasformare l’arte marziale in “arte della vita”.
 
La polarità Am Duong e il concetto di Dao
Il principio della polarità Am e Duong è il principio vivificatore dell’universo e il concetto di Dao rappresenta l’armonia dell’universo. 
Essi sono i due poli dell’energia cosmica:
  • Am rappresenta la polarità negativa, l’aspetto femminile, il Ricettivo, l’oscurità;
  • Duong rappresenta la polarità positiva, l’aspetto maschile, il Creativo, la luce, la dinamicità;
  • Dao rappresenta l’equilibrio dinamico tra i due, simboleggiato dall’immagine del cerchio in cui la parte nera e la parte bianca si compenetrano l’una con l’altra e ognuna custodisce una piccola parte dell’altra al suo interno.
Questi tre elementi sono inseparabili: Am e Duong, sebbene in proporzioni diverse, sono sempre presenti in ogni cosa, la quale, nella sua interezza, rappresenta il Dao.
Il rapporto che esiste tra i due estremi non è di opposizione o conflitto, né essi portano con sé una connotazione che implica un giudizio di valore positivo o negativo; piuttosto essi sono due inseparabili aspetti di uno stesso sistema, come il polo positivo e negativo di una calamita o le differenti facce di una stessa medaglia.

La dimensione olistica
Nella visione del mondo propria della filosofia orientale il cosmo è visto come un’unità-totalità di parti interrelate tra loro che, come in un immenso organismo biologico, agiscono individualmente e sinergicamente per assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema. 
La qualità della funzionalità dei sistemi olistici è sempre maggiore o differente rispetto alle prestazioni delle singole parti prese in considerazione separatamente. 
Questa posizione, oltreché essere un principio filosofico, può essere un principio di cura, di analisi, di diagnosi, ma soprattutto, nella società umana, diviene un principio di responsabilità etica: se il corretto funzionamento del tutto dipende dal corretto funzionamento di ogni sua singola parte, ogni individuo ha la responsabilità morale di ogni sua azione, in quanto qualsiasi cosa egli faccia ha un riverbero, positivo o negativo che sia, sulla salute di tutto il sistema.

Microcosmo/macrocosmo
La dimensione olistica presuppone che ci sia uno stretto collegamento tra microcosmo e macrocosmo, ciò implica che le stesse leggi che governano il cielo governino anche il corpo e che la stessa energia pervada ogni essere o cosa.  
Gli stessi schemi in natura sono ripetuti a ogni livello di organizzazione: dalla rotazione dei pianeti al funzionamento degli organi interni di un essere umano. Questa antica idea orientale sembra essere stata ripresa in quelli che oggi si chiamano “paradigmi olografici”.
 
La teoria dei flussi energetici e il concetto di Khi 
Nella visione del mondo propria della filosofia orientale, quel che anima l’universo è il Khi: una forza immateriale ed invisibile che vivifica il mondo materiale. La materia è Khi o essenza che prende forma: qualunque cosa nell’universo possiede un flusso energetico, dagli oggetti inanimati agli esseri viventi. Gli esseri viventi possiedono un campo energetico particolarmente forte che li circonda, quando la circolazione energetica viene disturbata da fattori di varia natura, sopraggiungono le malattie, quando essa si esaurisce sopraggiunge la morte.  Il khi genera movimento e calore, ma movimento e calore non rappresentano il Khi in sé, ne sono solo una sua dimostrazione concreta; esso non può essere percepito in maniera diretta, ma solo attraverso le sue manifestazioni. Il khi fluisce grazie alla differenza di potenziale generata dall’alternarsi di Am e Duong e si differenzia attraversando varie fasi esplicitate nella Teoria dei 5 elementi. Questa concezione è alla base della pratica millenaria dell’agopuntura e di molti stili di arti marziali orientali.

L’evoluzione continua degli esseri viventi
Il movimento e la trasformazione sono i principi irrinunciabili del Dao. Senza movimento non ci sarebbe vita. I due poli Am e Duong per loro natura imprimono il moto, un movimento che non è mai disordine o caos, ma un’alternanza tra due estremi, uno scorrere come quello dell’acqua o un percorrere una sinusoide che cresce e decresce. 
La frequenza di questa trasformazione non sempre è percepibile dall’uomo, ma questo non vuol dire che sia assente, forse più lenta, ma pur sempre attiva: per la natura infatti non esiste la stabilità.
Il movimento ha una sua direzionalità che indica un’evoluzione verso il miglioramento, verso il peggioramento, o una stabile e regolare alternanza tra i due. Anche se, è bene ricordare, che agli occhi del Dao il movimento non porta con sé una vera e propria connotazione di valore nel senso di positivo o negativo.
L’uomo che è in grado di cogliere queste linee di sviluppo è capace di porsi in armonia con il ritmo degli eventi e questa consapevolezza lo conduce sulla via della saggezza.
 
La ripetizione di cicli di cambiamento ricorrenti
Ogni cosa nell’Universo è animata dallo stesso “soffio vitale” che eternamente fluisce e costituisce l’invisibile legame che connette tutti gli enti, concatenandoli all’infinito, nello spazio, nel tempo e nell'essenza.  
Nella concezione del tempo della filosofia orientale, il presente e il futuro sono inscindibilmente connessi e si ripetono in modo ricorsivo. Il ciclico alternarsi delle stagioni e dei giorni, i cicli fisiologici di nascita e morte, di espansione e contrazione dell'universo, originano una catena circolare di eventi la cui anima risiede nella trasformazione e nel cambiamento; allo stesso modo tutti gli esseri sono legati dall’unica essenza che li sostiene e li vivifica.
Questo ci dovrebbe spingere a trattare con rispetto la vita che è in ogni essere vivente in virtù dell'unico legame che comunemente ci appartiene e ci rende una parte indispensabile del Tutto.  

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